mercoledì 30 marzo 2011

CHATT@MORE

“Mi sono innamorato di te 
perché 
non avevo niente da fare 
il giorno 
volevo qualcuno da incontrare 
la notte 
volevo qualcuno da sognare 
Mi sono innamorato di te 
perché 
non potevo più stare solo 
il giorno 
volevo parlare dei miei sogni 
la notte 
parlare d'amore …………….”

Luigi Tenco

mercoledì 23 marzo 2011

LA PASSIONE DEL PROF. CAROLI PER LA SCRITTURA

Francesco Caroli, docente da molti anni nel nostro istituto, è gia alla sua seconda esperienza come scrittore. Dopo la pubblicazione nel 2007 di “Dimensioni iperboliche” (una raccolta di poesie, racconti, aforismi e scritti giovanili), a dicembre dello scorso anno ha pubblicato (con la formula in uso dell’acquisto di un certo numero di copie dalla casa editrice) “Nel nostro anno”, che presenta due racconti da lui definiti “del divenire”. La narrazione si articola infatti tra presente, passato e futuro. A lui abbiamo rivolto alcune domande sui motivi che lo hanno portato a pubblicare i suoi libri e, quindi, qual è il suo rapporto con la scrittura. 



Scrivere per me, significa, fissare sulla carta pensieri, opinioni, desideri, modi di vivere, che non necessariamente debbono essere comunicati agli altri. Penso che la scrittura debba servire in prima battuta soprattutto a se stessi”.

Professor Caroli, ci racconti un po’ del suo approccio al mondo della scrittura?Prima di imparare a scrivere è molto importante saper leggere. Penso che questo sia il segreto di chi si vuole cimentare nel mestiere di scrivere, a qualsiasi livello egli si ponga. Sin da bambino, mi è sempre piaciuto leggere, ad iniziare dai libri di narrativa per ragazzi, come ad esempio “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain” o le opere di Salgari e Jack London. Questa abitudine alla lettura è davvero importante per tutti, soprattutto per voi giovani. Per quanto mi riguarda, molto è servito l’insegnamento del mio maestro di scuola elementare e dei miei insegnanti di italiano 
alle superiori. Purtroppo oggi l’abitudine a leggere è stata superata da altre consuetudini. Ora la comunicazione e la conoscenza avvengono attraverso media non più caldi (libri o giornali) ma attraverso quelli che vengono definiti media freddi: tv, cellulari, computer, eccetera. Dipende da questo, penso, il fatto che le nuove generazioni non sappiano più leggere e quindi non sappiano più scrivere.


LA MIA PASSIONE PER IL NUOTO: BARBARA D’ARCANGELO, GIOVANE ATLETA DELLA NOSTRA SCUOLA, SI RACCONTA.

Il nuoto è da sempre considerato uno degli sport più completi, coinvolge tutta la muscolatura e le articolazioni del corpo e grazie ad esso si può raggiungere il completo controllo di tutti i movimenti. Fa bene al cuore e ai polmoni ma soprattutto all’umore. L’unico imperativo categorico è farlo in modo corretto. Il nuoto, purtroppo, è una disciplina sportiva ancora poco seguita in Italia, nonostante la costante crescita del movimento legata ai successi internazionali di atleti del calibro di Lorenzo Vismara, Domenico Fioravanti, Massimiliano Rosolino e l’attuale beniamina del pubblico Federica Pellegrini, nuotatrice che sta riuscendo a gestire i suoi successi in piscina con la notorietà in televisione e con i media. Io ho cominciato a nuotare all’età di quattro anni, ma avrei voluto fare le mie prime bracciate molto prima. A soli tre anni, ogni volta che vedevo mio fratello maggiore in quell’enorme vasca d’acqua, mi veniva un’irrefrenabile voglia di seguirlo. A otto anni, dopo un anno di pre-agonismo, facevo parte
della squadra agonistica.
Questa cosa mi piaceva un sacco, era gratificante dire “Io faccio parte della squadra agonistica” ai miei compagni di scuola, sembrava una cosa seria, importante. In realtà io pensavo fosse una cosa normale, non avevo ancora capito cos’era veramente il nuoto e cosa sarebbe diventato per me.

mercoledì 16 marzo 2011

COMBATTERE PER LA PROPRIA VITA

Perché la sofferenza in giovane età? La malattia è un evento naturale ma quando colpisce in maniera grave i giovani è davvero difficile accettarla. Oggi più frequentemente purtroppo, molti adolescenti vengono travolti da gravi malattie ed a volte senza speranza di guarigione.
La famiglia vive con angoscia queste situazioni e grazie al conforto dei parenti , all’assistenza medica, al sostegno ed alla generosità  degli amici cerca di superare in maniera più serena questa dolorosa esperienza.
Abbiamo conosciuto e vissuto alcuni nostri coetanei, colpiti da gravi e purtroppo incurabili patologie (anche se la speranza deve sempre essere l’ultima a morire), che lottano con tutte le loro forze per mandare avanti la loro situazione di disagio. Vivere non è facile,  soprattutto quando incominciano ad apparire i primi sintomi che poi diventano patologie ben più gravi. 



INTERVISTA A RINO ARGERI UN ARTISTA TUTT’ALTRO CHE ZERO!!!

D. Ciao Rino,  
grazie di aver accettato questa intervista. Prima di cominciare a   parlare del tuo lavoro, vorrei sapere qualcosa in più di te. Raccontaci chi sei?
R. Ciao Mino. Intanto grazie per aver ritenuto utile la mia partecipazione al vostro blog.
Chi sono?? In quello che faccio sono stato spesso considerato un jolly, una carta che  serve a completare un punto o a risolvere un gioco. In realtà io mi sento solo uno fortunato che un giorno ha scelto di vivere di musica e ha mischiato una passione con la fantasia. 


D. La domanda viene, ovviamente, da sé: com’è nata la tua  passione per la musica?
R. Credo che tutti abbiano passione per la musica, alcuni hanno una maggiore inclinazione, poi tutto quello che ti accade intorno ti aiuta a riconoscere le tue predisposizioni. Io sono stato aiutato da una famiglia che mi faceva ascoltare tutto e di ogni genere, senza discriminazioni e mi ha assecondato nelle tendenze. Poi ho scelto liberamente cosa seguire. mi sono avvicinato ad un pianoforte e ho giocato liberamente con la musica.