mercoledì 16 marzo 2011

INTERVISTA A RINO ARGERI UN ARTISTA TUTT’ALTRO CHE ZERO!!!

D. Ciao Rino,  
grazie di aver accettato questa intervista. Prima di cominciare a   parlare del tuo lavoro, vorrei sapere qualcosa in più di te. Raccontaci chi sei?
R. Ciao Mino. Intanto grazie per aver ritenuto utile la mia partecipazione al vostro blog.
Chi sono?? In quello che faccio sono stato spesso considerato un jolly, una carta che  serve a completare un punto o a risolvere un gioco. In realtà io mi sento solo uno fortunato che un giorno ha scelto di vivere di musica e ha mischiato una passione con la fantasia. 


D. La domanda viene, ovviamente, da sé: com’è nata la tua  passione per la musica?
R. Credo che tutti abbiano passione per la musica, alcuni hanno una maggiore inclinazione, poi tutto quello che ti accade intorno ti aiuta a riconoscere le tue predisposizioni. Io sono stato aiutato da una famiglia che mi faceva ascoltare tutto e di ogni genere, senza discriminazioni e mi ha assecondato nelle tendenze. Poi ho scelto liberamente cosa seguire. mi sono avvicinato ad un pianoforte e ho giocato liberamente con la musica.





D. Cosa rappresenta per te Renato Zero?
R. Quando ascolto una sua canzone e spesso provo a leggere soltanto i testi come se fossero poesie faccio sempre la stessa considerazione: quest’artista non è per nulla banale e riesce sempre a scrivere canzoni dove tanti di noi si riconoscono, nel bene nel male o nei problemi. Credo sia stata questa l’alchimia che l’ha reso più notevole di altri artisti italiani.


D. Quando e come hai cominciato i primi spettacoli in cui raffiguravi il suo personaggio?
R. Nel 1999 facevo parte di uno staff di animazione in un villaggio a Ustica. Il mio ruolo era quello di animatore, pianista, intrattenitore. una sera spinti dall’esigenza di avere uno spettacolo in più nel calendario, improvvisammo un miniconcerto di Zero, solo che a differenza di tutte le altre volte, invece che suonare e cantare le canzoni al pianoforte lo feci in maniera più goliardica con abiti e parrucca. Il successo di quell’esibizione mi spinse a riprovarci.


D. Da quanto tempo imiti Renato Zero?
R. Come già detto lo spettacolo nasce nel 1999, ma canto le sue canzoni da quando avevo 9 anni, quando ascoltai per la prima volta la canzone “Più su” dal Live Icaro. Poi ricordo che in quegli anni, quando la TV era essenziale e il pomeriggio ogni tanto su Rai Tre trasmettevano pezzi dei suoi concerti, la nonna ottantenne del mio amico entrava in camera urlando quello è satana! satanaaaa, se lo guardate diventate come lui e cambiava canale:  beh! devo averlo sbirciato troppo.


D. Hai mai avuto modo di incontrarlo?
R. Una sola volta per caso in una strada di bari alla vigilia di un suo concerto... non ho avuto una bella impressione, l’artista che cantava canzoni sia d’amore che di solidarietà, era isterico e intollerante e non ha avuto atteggiamenti molto coerenti con il suo personaggio. Ma è anche vero che ho capito da tanto che l’uomo è spesso diverso dall’artista. Ho dovuto giustificarlo parecchio per superare quella mia prima voglia di smettere di cantare le sue canzoni. Non mi dispiacerebbe rincontrarlo per fare due chiacchiere e fargli una domanda: come si fa a sopravvivere a tutto questo caos della vita artistica, da gente buona e cattiva che per una vita tenta di ostacolarti o portarti via qualcosa?

D. Quale è stato il concerto più bello della tua carriera di artista?
R. Sono molto esigente e pignolo nei miei spettacoli, sento sempre che qualcosa poteva andare meglio quindi mai soddisfatto al 100%. Ma da ogni cosa che mi accade ne imparo un'altra o ne correggo i difetti, quindi il più bello è il prossimo. 

D. Questa per te è una professione o  solo un hobby?
R. Come gia detto è un hobby che mi permette di vivere e mi viene difficile chiamarlo lavoro, per me è un mestiere. É una scelta che ho maturato con il tempo, facendo sacrifici e rinunce, ma sono felice di questo, perché  ciò che mi ha spinto è la consapevolezza che la vita è  una e unica e dobbiamo trascorrerla al meglio. Il mio desiderio è che tutti riescano a fare del proprio hobby un lavoro, il medico perchè lo sognava da piccolo, l’avvocato per il desiderio di giustizia, il poliziotto per la voglia di tenere ordine e così via, forse certe cose girerebbero meglio.

D. Cosa sentiresti di dire ad un giovane che come te vuole intraprendere la strada della musica?
R. Credo di aver già risposto a questa domanda… io dico sempre che bisogna inseguire le proprie attitudini e cercare di esaudire i propri desideri, ma non è la strada più facile, poi nel campo della musica è tutto molto più complicato perchè quando ti chiedono:
“Ma tu che lavoro fai?”   e tu .”Il musicista”
subito ti rispondono   “ ….Si!! ma di lavoro??”
Nel nostro paese soprattutto, non c’è una grande considerazione per quelli che sono artisti. Lo dimostra anche lo stato, tagliando fondi all’ arte e lo spettacolo.

D. Che ruolo hanno avuto i tuoi genitori nella tua crescita musicale?
R. I miei genitori hanno contribuito tanto, mio padre mi ha spinto a suonare e i miei zii mi hanno regalato il mio primo disco dei Beatles che forse apprezzo più di Renato.
Credo che i genitori abbiano un ruolo importantissimo nelle scelte dei figli e che, grazie alle esperienze di vita debbano capire in tempo reale e spingerli verso le proprie attitudini perchè tanti cercano solo di realizzare i propri sogni repressi…per questo vediamo tanti ragazzini che diventano fenomeni da baraccone contro la loro volontà.

D.C’è un aneddoto della tua carriera che ricordi in maniera particolare? 
R. Una cosa che non dimenticherò  mai è un incontro fatto a Ustica nel 2000. Avevo appena finito di cantare “amico” e una bella signora di mezza età si avvicina, mi tende la mano e mi fa i complimenti per l’esecuzione poi si qualifica dicendo. io sono franca evangelisti cioè l’autrice del testo della canzone scritta con Dario Baldan Bembo per Renato Zero. La mia gioia e soddisfazione non si possono descrivere.

D. Potresti regalarci un saluto per i lettori del nostro Blog?
R. Come già detto sono onorato di partecipare a questo blog, a questa iniziativa e spero di poter mischiare presto la mia passione con le vostre attenzioni, grazie.

D. In conclusione, vorrei farti una domanda: il tuo sogno di artista oggi è diventato realtà?
R. Quando i sogni si realizzano si  tende sempre a sognare un'altra cosa. Io sto sempre cercando di realizzare questo fino a quando ho soddisfazioni.
                                                                                 
GRAZIE  RINO ARGERI


N.B. IL NOME DEL PROGETTO ZERO É “NON SONO ZERO” E CON ME COLLABORANO MOLTI BRAVI E VALIDI MUSICISTI.


Redattore: Cosimo Solito

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